Il termine “bagghiu”, italianizzato in “baglio”, deriva dall’arabo “bahah”, significante “corte”, “cortile”, da altri si fa risalire al francese antico bail (e), esso indica lo spazio interno, scoperto, perimetrato dai corpi di fabbrica di una costruzione. Il termine “baglio” ha subìto dei cambiamenti, infatti, nelle zone di Trapani, Marsala e Palermo esso non sta più a significare lo spazio singolo del cortile o della corte, ma l’intera costruzione che, in altre zone dell’isola e, in particolare, nella fascia tirrenica prende il nome di “masseria” o “massaria”, corrispondente nel resto d’Italia a “fattoria”. Se il termine “baglio” può apparire riduttivo, la stessa cosa potrebbe dirsi per la “masseria”, ma in genere essi erano identificati con l’abitazione del proprietario di terreni di estensione tale da configurarsi come “latifondo”. “Baglio” e “masseria” si identificano con una costruzione di forma quadrangolare che al suo interno racchiude il baglio, che costituisce lo spazio centrale all’aperto, dove si svolgevano la maggior parte delle attività lavorative. Intorno ad esso, sono ubicati gli ambienti del proprietario, dei familiari e quelli destinati al “massaro” e alla sua famiglia. Vi si trovavano anche le stalle, il fienile, il pollaio e i vari magazzini, sia per deposito che per la conservazione delle derrate e vi erano inclusi anche il forno, il “palmento” con relativa cantina ed il “trappeto”. Di solito, al centro del “baglio” era situato il pozzo. Le masserie, di solito ubicate in aperta campagna e, perciò, distanti dal centro abitato, erano asservite da cappelle per le funzioni religiose. Era anche consuetudine costruire il “baglio” al centro della proprietà o in posizione preminente, dotandolo sia di torretta di avvistamento che di piccole opere di difesa e vi si accedeva attraverso un grande portone ad arco, ornato dallo stemma in pietra raffigurante le “armi” della casata. Tale era la tipologia delle poche masserie presenti nel nostro territorio. Da ricordare, fra le Masserie esistenti nel nostro territorio, al confine con il comune di Merì e esistenti nella frazione Olivarella di S. Filippo del Mela, le consistenti due Masserie: Faraone, appartenuta ai Baroni Lucifero di Milazzo e la Masseria Belvedere appartenuta alle nobili famiglie Patti, Galluppi, D’Amico e Ardoino, risalenti al ’400.
© Carmelo Ceraolo